Genetica
Il difetto nei geni dei Fattori della coagulazione responsabile dell'emofilia A o B viene trasmesso di generazione in generazione con modalità recessiva legata al cromosoma X. Ciò in genere significa che la persona che lo presenta si ammalerà di emofilia soltanto se è di sesso maschile. Infatti, i maschi hanno un cromosoma X e un cromosoma Y, e il cromosoma Y non è in grado di "mascherare" il difetto dell'unico cromosoma X presente nel corredo genetico. Un'altra rara evenienza è quando la donna, dotata di due cromosomi X, li possiede entrambi alterati. Viceversa, quando soltanto uno dei cromosomi X femminili presenta il difetto genetico responsabile dell'emofilia, la donna è portatrice della malattia, quindi in grado di trasmettere l'alterazione ai figli, ma difficilmente esprime le caratteristiche cliniche della malattia. Per questa ragione, i pazienti emofilici sono quasi sempre uomini.
Nel cromosoma X il difetto alla base dell'emofilia
Nei pazienti emofilici il processo della coagulazione è alterato perché il Fattore VIII (emofilia A) oppure il Fattore IX (emofilia B) della coagulazione sono poco attivi o del tutto inattivi, oppure presenti in quantità insufficienti per avviare e sostenere una corretta ed efficiente formazione del coagulo. Queste alterazioni dell'attività o dei livelli dei fattori della coagulazione dipendono da imperfezioni (mutazioni) nei geni responsabili della loro produzione, localizzati sul cromosoma sessuale X. Questo cromosoma è presente in doppia copia nelle donne (XX) e in copia singola negli uomini, dove è affiancato dal cromosoma Y (XY), depositario dei caratteri sessuali maschili, ma privo di altre funzioni significative. Di norma a essere alterato è il gene del Fattore VIII o IX della coagulazione presente su un solo cromosoma X: per questa ragione, gli uomini che ne posseggono un'unica copia, sono sempre emofilici, mentre nelle donne, che ne hanno due, il cromosoma X sano riesce quasi sempre ad assicurare la produzione di fattori della coagulazione sufficienti per una emostasi adeguata.
Se la donna è portatrice sana
La donna portatrice sana può trasmettere il gene dell'emofilia ai figli (sia maschi sia femmine) con una probabilità del 50%. Quando il cromosoma X materno alterato si unisce al cromosoma Y paterno, il bambino che nascerà sarà maschio e inevitabilmente ammalato di emofilia. Al contrario, quando il cromosoma X materno alterato si unisce al cromosoma X paterno sano, nascerà una bambina portatrice sana (Figura 1). Nella metà dei casi, più fortunati, in cui a essere trasmesso è il cromosoma X materno sano (e il padre non è emofilico) i figli che nasceranno non avranno alcun problema di coagulazione, a prescindere dal sesso, e non rischieranno in nessun caso di trasmettere il gene difettoso alle generazioni successive.